Ci ha lasciato qualche giorno fa il Prof. Uttilio Dotta . Per molti di noi non semplicemente un Docente ma un vero e proprio punto di riferimento
durante gli studi ma anche successivamente. Il prof. Carlo Girardi traccia un ricordo del suo profilo umano e professionale che molto volentieri pubblichiamo.
Ricordando il Prof. Utillio Dotta
Ho conosciuto il Prof. Dotta nel 1970, quando ero studente del terzo anno del corso di laurea in Medicina Veterinaria dell’Università di Torino.
Aveva iniziato la carriera universitaria nel 1955 come assistente, prima volontario e poi straordinario, presso la cattedra di Malattie Infettive ed era poi diventato assistente ordinario presso la Clinica Medica, quando il Prof. Franco Monti, proveniente dall’Università di Bologna e diventato ordinario a Torino, valutate le sue caratteristiche di valente ricercatore, lo aveva voluto come suo assistente presso l’istituto da lui diretto. In effetti la preparazione laboratoristica del Prof. Dotta fu preziosa per dare impulso alla diagnostica di laboratorio che a partire da quegli anni assunse un’importanza sempre maggiore.
Nel 1969 ottenne la libera docenza e gli fu affidato l’incarico di insegnamento di Semeiotica medica veterinaria.
Ho subito apprezzato la sua notevole capacità di svolgere una didattica interattiva in grado di suscitare interesse, la sua serietà e la sua disponibilità nei confronti degli studenti. Non si limitava alla didattica in istituto, ma ci portava a Stupinigi negli allevamenti di bovini delle cascine dell’Ordine Mauriziano per una migliore attività pratico-esercitativa.
Negli anni a seguire aumentò notevolmente il numero delle studentesse e il Prof. Dotta fu da loro apprezzato non solo per le qualità didattiche, ma anche per il suo fascino. Da pochi anni era comparso sugli schermi il film “Il dottor Zivago” di cui era protagonista Omar Sharif. Le studentesse dicevano che il Prof. Dotta gli assomigliava moltissimo e stravedevano per lui, che mantenne sempre un comportamento serissimo.
Quando divenni allievo interno presso la Clinica Medica e incominciai la preparazione della tesi di laurea, apprezzai la notevole preparazione scientifica del prof. Dotta e la sua elevata propensione per la ricerca.
Tutto questo mi fu ancora più chiaro quando divenni suo collega quale assistente presso la Clinica Medica.
Il Professor Dotta è stato ordinario di Patologia Medica degli Animali Domestici presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino dal 1975 al pensionamento nel 1999 e poi professore emerito.
L’attività di ricerca è stata di notevole importanza per il territorio piemontese per gli studi sull’eziologia, epidemiologia, diagnostica, terapia e prevenzione delle malattie territoriali da carenza di Selenio nel bovino e nella pecora.
Si è occupato inoltre di argomenti di vivo interesse professionale per la diagnostica innovativa delle patologie di varie specie animali per quanto riguarda la Piroplasmosi, l’insufficienza pancreatica ed il malassorbimento intestinale, le malattie del sangue, le malattie immunomediate del cane, le patologie da trasporto e da condizionamento negli allevamenti intensivi del bovino.
Ha svolto numerose ricerche sulle malattie del sistema cardiovascolare ed è stato Direttore del Corso di Perfezionamento in Malattie Cardiovascolari dei piccoli animali della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino negli A.A. 1990/ 91 e 1992/93.
Di notevole interesse, visto quello che è avvenuto dopo pochi anni con la BSE, la segnalazione diagnostica della encefalopatia da prioni (scrapie ) della pecora .
Per quanto riguarda i compiti di rappresentanza, il Prof. Dotta è stato Componente del Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza, quale rappresentante della Facoltà di Medicina Veterinaria, ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Torino, è stato Direttore del neonato Dipartimento di Patologia Animale della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino dal 1983 al 1988 ed è stato vice presidente dell’Ordine dei medici Veterinari nel triennio 1975-1978.
Ma tornando al rapporto personale che ho avuto con Utillio, nel giro di pochi anni si è sviluppato un clima non solo di profonda stima, ma anche di vera amicizia. Rimpiango ancora gli incontri nel suo studio quando, accanto a questioni scientifiche di comune interesse, trovavano spazio anche discorsi su vari argomenti di ordine generale. Era notevole la sua preparazione non solo nello specifico settore e, in diversi casi, i suoi consigli mi sono stati davvero preziosi.
Veramente apprezzabile il suo carattere, fermo, rigoroso, ma sempre pacato e rispettoso degli altri: non ho mai avuto occasione di vederlo trascendere.
Profondo il suo attaccamento alla famiglia alla quale porgo le più sentite condoglianze.
Carlo Girardi